Addio al vecchio scontrino. Novità a partire da Luglio
Si svolgerà in due fasi un’altra svolta epocale, dopo l’introduzione della fattura elettronica: l’addio al vecchio scontrino o alla vecchia ricevuta fiscale. Gli scontrini saranno inviati online al Fisco.
Dal prossimo luglio, inizieranno negozi ed esercenti di maggiori dimensioni (volume d’affari superiore a 400mila euro) e poi dal 2020 toccherà a tutti gli altri. I corrispettivi percepiti non saranno più documentati con il rilascio di scontrini e ricevute fiscali, ma attraverso la trasmissione dei dati dei corrispettivi giornalieri effettuata mediante loro memorizzazione elettronica e successivo invio. Al cliente sarà rilasciato un documento commerciale valido anche a fini fiscali quando integrato con codice fiscale o partita Iva dell’acquirente.
Con un decreto del ministero dell’Economia verranno individuate alcune attività economiche che non saranno obbligate a memorizzare e trasmettere telematicamente i corrispettivi, sostituendo le attuali attività, indicate all’articolo 2 del Dpr 696 del 1996, che fissa attualmente gli esoneri dall’emissione di scontrini e ricevute fiscali.
Dove non ci sarà fattura elettronica, salvi i casi di esonero, occorrerà rilasciare al cliente un documento commerciale al posto di scontrino o ricevuta fiscale che varrà ai fini commerciali certificando l’acquisto effettuato e costituendo titolo per l’esercizio dei diritti di garanzia contro i vizi della cosa venduta.
Gli esercenti potranno avvalersi di registratori telematici (Rt) o di server telematici (St), i cui modelli siano stati approvati dalle Entrate. In alternativa, si potrà utilizzare una procedura web, fruibile anche da dispositivi mobili, messa a disposizione gratuitamente dall’Agenzia sul portale «Fatture e corrispettivi» attraverso la quale, oltre alla memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi giornalieri, sarà possibile rilasciare al cliente il documento commerciale.
Agli operatori viene riconosciuta un’agevolazione finanziaria in misura pari al 50% della spesa sostenuta per l’acquisto o l’adattamento degli attuali registratori di cassa, per un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento per ogni strumento: il credito di imposta è immediatamente utilizzabile in compensazione dalla prima liquidazione periodica dell’imposta sul valore aggiunto, successiva al mese in cui è stata registrata la fattura.